cosa

la scelta delle uve da coltivare, è stato determinato dal piacere condiviso in famiglia dei vini da essi realizzabili e non dalle mode o logiche di mercato, nella convinzione che se si produce con il piacere di creare qualcosa che ci soddisfa c’è più passione e questo traspare nel prodotto stesso

La piccola coltivazione è iniziata con sei ettari di uva autoctona a bacca bianca il “Pecorino”: coltivato da sempre tra le Marche e l’Abruzzo, acidità decisa, struttura ampia, persistente; si presta sia all’affinamento in barrique che alla produzione di vini spumanti; maturazione precoce. Allevamento a spalliere con potatura lunga, tremilacinquecentosettantuno ceppi per ettaro. Vigna a Colle Izzano di Bellante a centottantasei metri sul livello del mare, esposta a est, giacitura acclive, tessitura sabbioso-limosa, terreno calcareo

Segue poco meno di un ettaro di Moscato Bianco, uva aromatica per eccellenza di buona struttura, per la produzione di vini amabili, vini secchi, vini frizzanti e spumanti; maturazione medio precoce. Anche il Moscato è allevato a spalliere con potatura lunga, tremilacinquecentosettantuno ceppi per ettaro. Vigna a Colle Izzano di Bellante a duecentoquattro metri sul livello del mare, esposta a sud, giacitura acclive, tessitura sabbioso-limosa, terreno calcareo

Quindi con quattro ettari e mezzo di Montepulciano d’Abruzzo, uva a bacca nera per eccellenza in queste terre Pretuzie: vigoroso, di sapore asciutto, fruttato, non acido, giustamente alcolico; vinificato in bianco si ottiene un ottimo vino rosato, il Cerasuolo; si presta all’affinamento in barrique. Maturazione medio tardiva. Allevamento a spalliere con potatura medio lunga, tremilanovecentosessantotto ceppi per ettaroVigna a Selva Alta di Mosciano Sant’Angelo a centocinque metri sul livello del mare, esposta a est, giacitura acclive, tessitura sabbioso-limosaterreno fortemente calcareo